Tempa Rossa, MiTE diffida Eni e dà parere negativo a Total per carenze ambientali

"Grazie, Presidente, saluto e ringrazio anche il sottosegretario Fontana. Ci dichiariamo parzialmente soddisfatti. Certamente ci sono due buone notizie che il sottosegretario Fontana ci ha illustrato questa mattina e che siamo lieti quindi di ribadire. 

La prima è il parere negativo del Ministero alla nuova perforazione, al nuovo pozzo Gorgoglione 3 in Basilicata, in una zona già ampiamente antropizzata e sottoposta a pressioni ambientali indicibili. Il Ministero ha dato il diniego a questa nuova perforazione e tutto ciò sicuramente rappresenta un cambio di passo, però ci viene anche a dire che, sostanzialmente, è il proponente, la Total, che ha presentato una documentazione carente. Dobbiamo cominciare a riflettere sulle valutazioni di impatto ambientale: molto spesso sentiamo dire nel mainstream, anche da parte della politica, che il procedimento è molto burocratico, allunga i tempi.

In realtà, non è il procedimento in sé che allunga i tempi, ma il fatto che, molto spesso, i proponenti, come in questo caso la Total, presentano documentazione carente; per cui è ovvio che il Ministero non può esprimersi in tempi brevi, ma deve richiedere ulteriore documentazione. Questo è un elemento importante su cui riflettere perché la mancanza, la carenza di documentazione presentata è anche alla base della seconda buona notizia che oggi il sottosegretario Fontana ci ha fornito, ossia la diffida che sta preparando il Ministero nei confronti dell'ENI per la raffineria di Taranto. Finalmente, ci verrebbe da dire, perché, per anni e anni, abbiamo assistito ad autorizzazioni che venivano rilasciate nel silenzio generale e senza considerare che, su quel territorio, ci sono già altri impianti fortemente nocivi, come ad esempio l'Ilva, ma non solo, per cui ben venga questa nuova diffida. 

Sono, sì, due buone notizie, ma dicevo inizialmente che siamo parzialmente soddisfatti perché, a livello generale, il MoVimento 5 Stelle si fa portavoce di tutte le problematiche ed i disagi che i cittadini - in Basilicata, in provincia di Potenza, in provincia di Matera, a Taranto, ma anche, mi verrebbe da dire, a Brindisi, dove ci sono impianti petrolchimici, a Falconara, vicino ad Ancona, dove c'è un'altra raffineria, Gela, Priolo in Sicilia e tante altre - vivono a causa di queste attività fortemente inquinanti, da un punto di vista sicuramente di sviluppo economico obsolete e ottocentesche, ma tuttavia insistono su questi territori. Basti considerare che abbiamo attualmente in Italia già vigenti 65 permessi di ricerca, già vigenti da anni, che operano; abbiamo ben 190 concessioni di coltivazione di idrocarburi già rilasciate negli anni e nei decenni passati. Per cui c'è già un grandissimo sfruttamento del nostro territorio, che non è certo l'Arabia Saudita; anzi, andiamo a mettere a rischio situazioni molto delicate. Mi viene da ricordare che ovviamente in Basilicata, proprio lì, intorno ai pozzi dove l'ENI e la Total fanno estrazione di idrocarburi, ci sono delle sorgenti d'acqua dolce, ci sono gli invasi lucani che portano acqua potabile alla Puglia, per cui dobbiamo preservare questi invasi, dobbiamo preservare l'acqua lucana, perché altrimenti potremmo correre il rischio di avere una ripercussione davvero molto triste. Ma, soprattutto, abbiamo anche da fare di più per la qualità della vita di queste persone, perché c'è un problema innanzitutto olfattivo. Qui mi viene in mente la proposta del MoVimento 5 Stelle, che è stata già depositata ed è proprio a prima firma del sottosegretario Fontana, sulle emissioni odorigene.

Questa proposta di legge deve andare avanti; questa è una proposta, che il MoVimento 5 Stelle fa a tutte le forze politiche, al Parlamento e al Governo, che deve andare avanti, perché il problema delle emissioni odorigene è, per chi lo subisce, davvero rilevante e risolvere questo problema aumenterà la qualità della vita dei cittadini. Occorre fare molto di più in linea generale. Noi ci stiamo provando in tutte le maniere: va sicuramente citato in questo caso il PiTESAI, il piano che siamo riusciti a normare sia con il Governo Conte 1 sia con il Governo Conte 2 e che abbiamo ulteriormente prorogato adesso con il Governo Draghi e il Ministro Cingolani; dobbiamo fare questo piano e capire quali sono le zone idonee e quelle che non sono idonee dove svolgere questo tipo di attività. 

Questo è molto importante e voglio ribadire che, se non ci fosse stato il MoVimento 5 Stelle in Parlamento, in maggioranza, durante questi tre Governi, non avremmo mai potuto ottenere questo risultato, e lo ribadiamo, che deve essere, però, ancora raggiunto, perché è vero che la norma è già vigente, ma il PiTESAI ancora non è pronto, e a mio modo di vedere dovremo tornare presto su questo argomento. Quindi il PiTESAI da una parte; dall'altra, un qualcosa che ormai è diventato indispensabile fare, perché, insieme al PiTESAI, il MoVimento 5 Stelle ha proposto anche il blocco di tutte le attività di ricerca e di prospezione di idrocarburi. Una moratoria che esiste da ormai due anni e che sta bloccando altri procedimenti inquinanti e deleteri per l'ambiente. Ad esempio, sono cinque proposte, istanze di prospezione di idrocarburi, sette richieste di coltivazione di idrocarburi, ben 78 permessi di ricerca che sono stati sospesi grazie a questa moratoria, molto spesso in aree sensibili, che vanno tutelate.

L'ulteriore proposta che il MoVimento 5 Stelle fa al Paese è quella di bloccare definitivamente le nuove richieste, quelle future, perché ancora non sono state fatte. Vista la situazione ambientale ed energetica in cui ci troviamo, non c'è bisogno di fare nuove trivelle o nuovi air gun, che sono deleteri per la nostra splendida Italia; non ne abbiamo bisogno, considerati anche i dati che lo stesso PNIEC, il Piano nazionale per l'energia e il clima, ci indica. Questa è un'altra proposta che il MoVimento 5 Stelle fa al Paese e fa alle forze politiche di maggioranza e opposizione. 

C'è poi una considerazione che va fatta sul problema dell'ENI; AGIP, una volta, e prima aveva un senso perché trattava di idrocarburi. Ma se stiamo andando verso la transizione ecologica, verso la decarbonizzazione dei processi, allora gli idrocarburi dovranno venir meno. Vediamo da parte dell'ENI una certa mancanza di lungimiranza: invece di cominciare a pianificare verso l'idrogeno verde, verso le energie rinnovabili, con nuove tecnologie, noi vediamo che ENI continua a proporre dei processi che non sono, a nostro avviso, sicuri. Innanzitutto, lo stoccaggio della CO2 nei giacimenti: ci sono due progetti in corso da parte dell'ENI, uno al largo di Ravenna, l'altro è al largo di Rimini. Stoccare la CO2 è un procedimento estremamente costoso da una parte, quindi non sappiamo la sostenibilità economica; non sappiamo ancora, perché sono tutte fasi sperimentali, quali impatti ambientali si avranno, quali saranno le conseguenze.

Ci stiamo complicando la vita quando sappiamo tutti quanti che il miglior modo per stoccare la CO2 è rappresentato dagli alberi, dal verde. Per cui, se l'obiettivo è quello di stoccare la CO2, benissimo, lo si faccia come la natura già ci insegna da migliaia e milioni di anni. E ancora, certo non può essere il futuro della transizione ecologica il waste to fuel che ENI propone. I rifiuti devono essere trattati secondo una gerarchia specifica, che è già stata stabilita: la riduzione della produzione a monte, il riciclo, il recupero e poi alla fine c'è il recupero energetico. Non si può basare sul recupero energetico la strategia futura di ENI, perché siamo già in controtendenza; non può essere certo l'idrogeno blu il futuro della transizione ecologica, e su questo facciamo attenzione, perché la Commissione europea ci ha detto chiaramente che bisogna investire su idrogeno verde, cioè idrogeno che viene fuori grazie anche alle fonti rinnovabili, e non al gas. Facciamo attenzione perché l'utilizzo del gas e gli investimenti in idrogeno blu, esclusivamente blu, purtroppo avranno come conseguenza quella di allungare i tempi per passare all'elettrico, che diventa fondamentale per arrivare a una vera e propria transizione energetica. Sottosegretario, noi siamo qui e, come ben sa, di proposte ne facciamo continuamente. Vorremmo un po' più di attenzione su queste proposte; vorremmo che, oltre al normale dibattito politico, i temi ambientali e della transizione ecologica diventino fortemente print di questo Governo e di queste forze politiche, perché altrimenti diventa solo una propaganda. Concludo, Presidente, ringraziandola per il tempo concesso, ringraziando il sottosegretario Ilaria Fontana e augurandole buon lavoro. Il Movimento 5 Stelle c'è e ci sarà sempre, e sarà sempre con il fiato sul collo".

Qui il testo dell'interpellanza urgente

 

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Pubblicato il: 26/03/2021 - 14:29:1


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