#StopTriv grazie all'emendamento al dl Semplificazioni

Ho sentito tante chiacchiere sull’argomento di chi vuole sminuire la portata storica dell’emendamento, che di fatto è in netta discontinuità con le politiche degli ultimi 20 anni.

Ecco i numeri, giudicate voi…

157 tra titoli minerari e istanze di titoli saranno bloccati in Italia, tra cui:

- 73 permessi di ricerca vigenti (47 in terra e 26 in mare);

- 79 istanze pendenti di permessi di ricerca (54 in terra e 25 in mare);

- 5 istanze di permesso di prospezione in mare.

28 tra titoli minerari e istanze di titoli saranno bloccati in Puglia, tra cui:

- 6 permessi di ricerca vigenti in mare (4 nello Ionio e 2 nell’Adriatico);

-19 istanze pendenti di ricerca di idrocarburi (6 in terra nel Foggiano e 13 in mare tra Ionio e Adriatico);

- 3 istanze di permesso di prospezione in mare.

Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi

Cosa sono i titoli minerari:

- Con i PERMESSI DI PROSPEZIONE si possono effettuare indagini (anche con gli Air Gun) per scoprire se nel sottosuolo ci sono idrocarburi

- Con i PERMESSI DI RICERCA si possono effettuare indagini (anche con gli Air Gun) per scoprire se nel sottosuolo ci sono idrocarburi e nel caso si trovassero, si procede, dopo una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale, a fare un pozzo esplorativo (ma non è consentita l’estrazione di idrocarburi per la commercializzazione)

- Con le CONCESSIONE DI COLTIVAZIONE di idrocarburi si ha la vera e propria estrazione atta alla commercializzazione.

Una società petrolifera per ricevere un titolo minerario deve fare ISTANZA agli enti competenti, che sono statali per i procedimenti in mare, mentre sono statali e regionali per i procedimenti in terra, per cui è necessaria L’INTESA (cioè l’accordo) tra gli enti statali e regionali.

Con l’emendamento al Dl Semplificazioni, il blocco alle istanze e ai permessi di ricerca e coltivazione sarà fino a un massimo di 24 mesi, in attesa della realizzazione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTESAI). Sarà un piano organico sulle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, ispirato a valorizzare sia la sostenibilità ambientale che quella sociale ed economica e che dovrà essere realizzato entro 18 mesi. Il Piano riguarderà le zone di mare e di terra del territorio nazionale e sarà d’intesa con le Regioni per quanto riguarda la attività in terra.

Il Piano sarà assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica dove le Regioni, gli Enti locali, i comitati e le associazioni potranno fare osservazioni.

Cosa succederà quando il Piano verrà approvato?

- Nelle aree che verranno definite NON IDONEE decadranno tutti i permessi di ricerca e di prospezione già rilasciati e decadranno anche tutte le istanze per nuovi permessi mentre le concessioni di coltivazione già operative potranno continuare fino alla prima scadenza del titolo e non potranno essere prorogate.

- Nelle aree definite IDONEE, le istanze di ricerca e prospezione potranno continuare il loro iter, che sarà comunque soggetto al vaglio e alle decisioni se procedere, oppure negare, il titolo minerario da parte degli enti competenti (e speriamo che questi siano tutti del #M5S) mentre i permessi già rilasciati potranno procedere.

Trivelle e Air Gun di Pubblica utilità? PER NOI NO!

Con l’emendamento approvato dalla commissione al Senato al dl Semplificazioni le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi non saranno più di pubblica utilità e quindi questa è un’altra modifica normativa rispetto al governo precedente.

Il governo Renzi con lo Sblocca Italia aveva definito all’ Art.38 (Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali) che le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale sono di pubblica utilità e quindi i relativi titoli abilitativi comprendono pertanto la dichiarazione di pubblica utilità. Ora, grazie al M5S non sarà più così!

Aumento dei Canoni e differenza con Royalties

Saranno aumentati di 25 volte i canoni annuali delle concessioni di idrocarburi a partire dal 1° giugno 2019 e di quelli dei permessi di prospezione e ricerca a partire dal termine della “moratoria”. Questi canoni erano fermi dal 1998, nemmeno il passaggio all’euro aveva aumentato le cifre per concessioni ad oltre 40000 km, che portavano poco più di 1 milione di euro nelle casse dello Stato.

Gli aumenti dei canoni previsti dall’emendamento al dl Semplificazioni non c’entrano nulla con le Royalties che sono un’altra cosa, ossia le compagnie petrolifere che estraggono idrocarburi in Italia devono versare allo Stato il valore di una quota percentuale del greggio o gas estratto.

Dal 2010, l'aliquota è del 10% sul gas e del 7% sul petrolio ma per le prime 20 mila tonnellate estratte in terra e le prime 50 mila tonnellate di greggio estratto in mare, così come per i primi 25 milioni di mc estratti in terra e 80 milioni di mc estratti in mare, non vi è alcun costo. Le royalties sono comunque un palliativo e a prescindere dal loro valore non risolvono il problema perchè insistono sulla logica di compensare, direttamente agli enti locali e alle regioni, per un disagio arrecato ma il disagio è troppo rilevante in termini di inquinamento, salute e perdita di risorse.

A dimostrazione di quanto detto, basta vedere la Basilicata che è la regione in Italia che incassa il maggior gettito dalle royalties, eppure è tra le Regioni più povere. In conclusione le Royalties si pagano solo dopo un quantitativo gratuito estratto, i canoni invece si pagano a prescindere da quanto viene estratto.

Il ministero dello Sviluppo economico ha inviato a gennaio 2019 alla Commissione europea la proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), come previsto dal Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 2016/0375 sulla Governance dell'Unione dell’energia.

Il Piano è strutturato secondo cinque dimensioni: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività. I principali obiettivi dello strumento sono: una percentuale di produzione di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia pari al 30%, in linea con gli obiettivi previsti per il nostro Paese dalla UE e una quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia nei trasporti del 21,6% a fronte del 14% previsto dalla UE. Inoltre, il Piano prevede una riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% a fronte di un obiettivo UE del 32,5% e la riduzione dei GHG vs 2005 per tutti i settori non ETS del 33%, obiettivo superiore del 3% rispetto a quello previsto da Bruxelles.

Ricordo anche l’Hydrogen Energy Meeting, svoltosi a Tokyo il 23 ottobre 2018 i Paesi partecipanti, tra cui l’Italia, hanno siglato all’unanimità la Dichiarazione di Tokyo, un documento in cui ministri e i delegati hanno confermato il valore della collaborazione nell’attuare un programma per un futuro energetico più pulito e sicuro, utilizzando l'idrogeno come fonte energetica, insieme alle altre rinnovabili, sia nella vita quotidiana che nei trasporti e nei diversi settori industriali.

Tra Parlamento e ministero dei Trasporti ci sono stati importanti risultati per la mobilità sostenibile, infatti il MIT ha chiuso il piano mobilità da 3,7 miliardi per rinnovo di 2000 bus ecologici l'anno e ha dato il via libera a sperimentazione dei monopattini elettrici nelle città.

Inoltre sono stati approvati incentivi fino a 6000 euro per rottamare le vecchie auto e acquistarne nuove, elettriche e ibride. Incentivi fino a 3000 euro per chi rottama il suo vecchio motorino e ne acquista uno elettrico e infine sono state approvate le detrazioni per colonnine di ricarica elettrica private.

P.S. QUESTIONE SITO DEL MiSE…

Qualcuno ha detto che presenterà esposto perchè ora il sito del MiSE è irraggiungibile. In realtà il sito UNMIG si rinnova e continua l'attività di manutenzione programmata per migliorare il servizio e allinearlo a standard più avanzati!

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Tempo di lettura: 11'

Pubblicato il: 31/01/2019 - 15:55:0


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