È necessario che si faccia chiarezza al più presto sulla continuazione dei lavori di messa in sicurezza e bonifica dell’area Micorosa nel Sin di Brindisi, anche alla luce della risoluzione contrattuale avvenuta a luglio scorso tra il Comune di Brindisi e l’azienda privata responsabile delle operazioni.
Si registrano da parte della società che nel 2015 si aggiudicò l’appalto per la riqualificazione dell’area Micorosa, l’ATI CO.ME.AP., numerose e reiterate manchevolezze e omissioni che, nel corso del tempo, hanno generato di fatto uno stallo totale delle lavorazioni, compromettendo ancor di più la qualità dell’ambiente e della salute dell’area in questione.
A tutt’oggi, infatti, sussistono situazioni di emergenza ambientale in quanto l’interruzione dei lavori incide in modo significativo sull’idrodinamica del sistema, come riportato nella nota di Sogesid del luglio scorso, a causa della mancata realizzazione del diaframma lato mare, dei pozzi di emungimento all’interno della perimetrazione e della scogliera.
A maggio 2020, inoltre, l’Arpa regionale ha ribadito il mancato ricevimento del piano di monitoraggio dell’area marina costiera interessata dagli interventi, come del resto era già stato richiesto da ISPRA mesi addietro.
Alla luce di queste carenze ho chiesto al ministero dell’Ambiente se eventualmente intenda intraprendere iniziative al fine di conoscere lo stato odierno di avanzamento degli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell’area Micorosa, considerata la gravità e l’urgenza di riprendere i lavori il prima possibile per evitare che il sito si trasformi in un disastro ambientale.
Quando dico che il Governo italiano sfavorisce la transizione ecologica è perchè non fa nulla per portare il Paese ad essere indipendente energeticamente e al contempo ambientalmente sostenibile.
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