Stamattina ho presentato un odg al Governo chiedendo di spostare l'aumento al 2% del PIL in spese militare, quasi 13 miliardi di euro, destinandoli non più alle armi ma a finanziare interventi per raggiungere l'indipendenza energetiva attravero le fonti rinnovabili e la riqualificazione energetica!
Con quelle somme le nostre famiglie potrebbero usufruire delle fonti di energia rinnovabili con incentivi e potrebbero avere case efficienti energeticamente. Spendere 13 miliardi di euro all'anno per 10 anni significherebbe riqualificare energeticamente tutto il paese; iniziando ovviamente dalle famiglie che sono in povertà energetica (in Europa, sono circa 50 milioni le famiglie a rischio di povertà energetica, in Italia sono tantissime).
Gli interventi spot previsti dal governo per abbassare gli aumenti non risolveranno il problema! Il mese prossimo torneremo a parlare dello stesso problema. Non risolveremo il problema dell'indipendenza energetica con la strada che il governo sta intraprendendo, l'unica maniera per liberare i cittadini italiani dalla dipendenza delle fonti fossili e da queste bollette incredibili e vergognose (dovute proprio all'utilizzo delle stesse fonti fossili) è permettergli di investire nell'efficienza energetica delle proprie case, potersi produrre la propria energia rinnovabile porterebbe a risparmiare tantissimo sulle bollette. Diventare realmente indipendenti energeticamente questa è l'unica strada che non può essere perseguita con le fonti fossili.
Ho chiesto al governo e ai partiti di maggioranza, se questi 13 miliardi vogliono investirli per la corsa agli armamenti o per liberare gli italiani dalle bollette e da questa presa incredibile delle fonti fossili che ancora il governo sta agevolando. Ho chiesto di decidere da che parte stare, dalla parte della guerra o dalla parte degli italiani!
Risultato...la maggioranza si è spaccata! Alcuni hanno obbedito al parere contrario del governo e hanno votato convintamente contro l'odg, altri come il M5S si sono divisi all'interno tra chi si è astenuto, chi non ha votato o addirittura c'è stato chi ha votato a favore.
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