Siamo disorientati dalle parole del Premier che afferma che per le rinnovabili occorrono investimenti più forti ma fino ad ora il suo Governo ha agito solo per aumentare la dipendenza dell’Italia dal carbone, gas e petrolio. La riprova l’abbiamo avuta con la Tassonomia verde UE, quello era il momento di condizionare tutti gli investimenti per i prossimi 10 anni solo per le rinnovabili e per la riqualificazione energetica tuttavia Draghi e Cingolani hanno dato il loro ok ad inserire gas e nucleare nella tassonomia il che drenerà fondi e investimenti proprio alle rinnovabili.
Ulteriori conferme di questa schizofrenia le constatiamo con la mancanza di forti incentivi allo sviluppo delle rinnovabili che sono stati il vero impulso che ha permesso tra il 2010 e il 2013 un exploit di rinnovabili in Italia che non si è più ripetuto proprio per la mancanza di incentivi. E cosa dire sui continui sabotaggi al bonus 110%, misura che permetterebbe da una parte di ridurre il consumo energetico delle abitazioni e dall’altra di aumentare la produzione da rinnovabili?
Le dichiarazioni di Draghi diventano addirittura ridicole se consideriamo i dati di produzione di energia eolica che non viene immessa in rete a causa delle congestioni della rete e della carenza di stoccaggi di energia. Abbiamo energia rinnovabile che non consumiamo perché Draghi e Cingolani stanno dormendo sull’unico fronte che permetterebbe all’Italia una vera indipendenza energetica e di essere innovativi e ambientalmente sostenibili.
Via libera delle commissioni Bilancio e Affari costituzuonali ai miei emendamenti collegati al decreto Milleproroghe e proposti a favore degli operai Ilva in Cigs e dei portuali Taranto!
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Ho voluto chiarire ai cittadini italiani in diretta Tv che la volontà di Cingolani, del Governo italiano e dei partiti di maggioranza è quella di far pagare ai cittadini e alle piccole imprese, i profitti delle industrie inquinanti e delle multinazionali!
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Il “DDL concorrenza” del Governo Draghi all’art. 6 promuove la privatizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti) e lo fa in maniera subdola, costringendo di fatto gli enti locali a svendere i propri servizi pubblici.
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