LE NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA (EMBARGO PETROLIFERO E DEL GAS) NON FERMERANNO IL CONFLITTO E AVRANNO L’EFFETTO DI AGGRAVARE LA SITUAZIONE ECONOMICA IN EUROPA.
NONOSTANTE LE SPINTE USA, L’EUROPA NON PUÒ ANCORA RINUNCIARE AL GAS RUSSO.
Mentre continua l’orribile guerra in territorio Ucraino - che ogni giorno sarà sempre più terribile - e giorno dopo giorno si alimenta il conflitto con l’invio da entrambe le parti di armi che ammazzeranno altre persone (civili e militari), gli Stati Uniti da metà marzo stanno proponendo agli europei di infliggere nuove sanzioni e un embargo contro l’approvvigionamento di idrocarburi dalla Russia.
Vorrei farvi notare che con la ripresa economica post-covid e la nuova enorme produzione di shale gas statunitense, gli USA hanno un grosso problema di trovare nuovi clienti a cui vendere gli idrocarburi soprattutto il gas o meglio dello Shale gas (si legga questo articolo dello scorso anno “In Usa in arrivo un boom dello shale gas” https://energiaoltre.it/in-usa-in-arrivo-un-boom-dello.../ ).
Lo shale gas si ottiene dalla frantumazione di alcuni tipi di rocce che contengono l’idrocarburo, una pratica estremamente dannosa per l’ambiente ( “Shale gas: dalla rivoluzione ai necrologi” di Mario Agostinelli https://www.ilfattoquotidiano.it/.../shale-gas.../1869155/ ).
Nonostante ciò, in barba alla crisi economica e alla transizione ecologica l’Europa ha siglato qualche settimana fa un accordo con cui gli Usa si impegnano a fornire all’Ue per il 2022 circa 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas naturale liquefatto (Gnl), rispetto ai 22 mld di metri cubi consegnati nel 2021. Quindi, circa 37 miliardi di metri cubi per il 2022 nonostante il costo medio di GNL via nave sia circa il 30% maggiore di quello via gasdotto (“Per il gas non dipenderemo dal Cremlino ma dagli Usa: il gnl però è più caro e inquina di più” https://www.secoloditalia.it/.../per-il-gas-non.../ ).
I partitini più filo Atlantici come il PD (ma non solo) riprendono e danno voce in Europa alle proposte americane e ne fanno subito cassa da risonanza tanto che Enrico Letta ha chiesto l’embargo al gas Russo, gli fa subito eco Luigi Di Maio, tuttavia non credo che al momento per l’Europa sia percorribile questa strada e vi spiego il perchè:
L’Italia storicamente nel mesi di Aprile importa circa 3 miliardi di smc dalla Russia https://dgsaie.mise.gov.it/bilancio-gas-naturale , visto gli stoccaggi e la rindondanza delle infrastrutture di approvvigionamento gas di cui dispone, potrebbe “in teoria” rinunciare (per qualche mese) al gas Russo. Certo, si aprirebbe un grosso problema su come l’Italia possa liberarsi dei contratti a lungo termine vigenti con la Russia, questo implicherebbe per l’Italia dei grandissimi costi di disapplicazione di quei contratti stretti anni fa da ENI e da altri importatori di gas Russo ed inoltre la sostituzione di quel gas Russo potrebbe avvenire o con la stipula di nuovi contratti a lungo termine oppure acquistarlo a prezzo spot di mercato. Con nuovi contratti a lungo termine l’Italia si legherebbe ad acquistare per un ventennio il gas da altri Paesi (cosa che condizionerà lo sviluppo economico e legherà ulteriormente il nostro Paese ad essere dipendente dal gas), invece se l’acquisto di gas avverrà a prezzi spot di mercato non ci sarà un legame pluridecennale ma il costo economico sarà altissimo visto gli attuali costi a MWh del gas sul mercato https://www.mercatoelettrico.org/it/
Quindi, se è vero che l’Italia ha già una grande infrastrutturazione di importazione e stoccaggio gas in parte inutilizzata per cui sarebbe inutile costruirne dei nuovi gasdotti o rigassificatori o (come intendono fare Cingolani e Draghi per compiacere gli USA) dotarsi di nuove navi gassiere, lo stesso discorso non vale per l’Europa, in cui ci sono Paesi dipendenti dal gas russo molto più esposti rispetto all’Italia. La Germania (che ha anche il nucleare) ad esempio importa il 50% circa del gas di cui ha bisogno dalla Russia, l’Austria il 64% circa, la Finlandia il 94%, la Grecia il 51%, ma poi ci sono Bosnia, Serbia, Slovacchia, ecc….). Per cui la proposta americana, riferita all’embargo di GAS russo che ha avuto eco in Europa grazie a Enrico Letta e a Di Maio in primis, e poi tutti gli altri dietro, nel breve periodo non potrà essere adottata a meno che non si voglia coscientemente portare in crisi l’intero sistema economico europeo. Non penso siano tanto folli da fare ciò.
Quello che è forse un po’ più possibile fare, con molti dolori per i cittadini e le imprese, è rinunciare (gradualmente, non subito) all’importazione di petrolio Russo, poiché l’OPEC ha dichiarato che ci sarà un aumento (seppure minimo) di produzione di petrolio nei prossimi mesi https://sicurezzainternazionale.luiss.it/.../opec-non.../... ma soprattutto perché gli USA e Biden prevedono un grosso aumento di produzione per i prossimi 6 mesi https://www.ilsole24ore.com/.../biden-pensa-sbloccare-1... .
Tuttavia ci sono a mio modesto parere almeno 4 problemi principali a questa via:
non sappiamo se tra 6 mesi gli USA continueranno ad avere la medesima produzione di petrolio e non sappiamo con certezza se l’OPEC deciderà di continuare ad aumentare la produzione mondiale di petrolio.
C’è un altro problema non secondario che è legato alla “qualità” di petrolio che dovrebbe sostituire quello Russo, in quanto se non si troverà petrolio con caratteristiche analoghe a quello Russo i processi di raffinazione europei andranno in crisi.
Quello che è sicuro, è che se l’Europa deciderà per embargo a prodotti energetici russi, il mercato impazzirà nuovamente portando nuovamente alle stelle i già alti costi del gas, petrolio e carbone.
Ciò si tradurrà con una nuova e grande crisi economica per l’Europa che ancora crede che le sanzioni indeboliranno la Russia.
In realtà, come ho già spiegato precedentemente in più occasioni, mentre l’Europa sta cercando di chiudere alla Russia un mercato economico che si basa su 700 milioni di persone (abitanti europei), contestualmente l’Europa sta spingendo la Russia verso l’Asia e potenze economiche come la Cina e l’India che da sole contano 3 miliardi di persone… un mercato potenzialmente molto più grande di quello europeo.
Questo ci porta alla conclusione del discorso che ci fa affermare che le sanzioni inflitte dall’Europa alla Russia avranno ricadute economiche peggiori proprio verso gli europei legando ulteriormente l’Europa agli idrocarburi con buona pace di un’economia sana e della transizione ecologica ma cosa forse ancor più grave è che tali sanzioni e il contestuale invio delle armi in Ucraina non solo non fiaccheranno la Russia in maniera sostanziale ma anzi inaspriranno ancora di più il conflitto e a morire prima di tutti saranno i poveri civili ucraini, sperando sempre che il conflitto non si allarghi… ipotesi non da scartare visto che l’Europa e la Russia non solo stanno inasprendo il dialogo ma anche perchè l’Europa sta allontanando molti soggetti preposti alla diplomazia e quindi potenzialmente la capacità diplomatica sta diminuendo “Paesi Europei espellono 43 diplomatici russi” https://sicurezzainternazionale.luiss.it/.../paesi.../
“Di Maio annuncia: "Trenta diplomatici russi espulsi dall'Italia" https://www.huffingtonpost.it/.../di_maio_annuncia.../
Vi prego, fermatevi e torniamo seriamente ai tavoli della diplomazia prima che sia troppo tardi! E’ l’unica strada da percorrere per gli ucraini, per gli europei e per il mondo intero.
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